Educate your fucking client

«Quindi sei un dev?»

«Diciamo di sì»

«Questo vuol dire che potresti sistemarmi il PC?»

«Tenderei ad evitare»

«Ok, però senti questa: ho avuto un’idea geniale per un’app che potrebbe farci fare i milioni. Saresti in grado di realizzarla?»

«Beh, sentiamo intanto di cos’hai bisogno »

«Non posso dirtelo, non vorrei che mi fregassi»

«Ok, che budget hai?»

«Budget? Ma è una cosa semplice, ci metti due minuti»

«Non è esattamente così che funziona»

«Dai, va bene, facciamo che intanto cominci a lavorarci e poi ti pago in equity?»

«Equity di una società che ancora non esiste? Mi sembra molto promettente»

Sono un dev, in Italia, nel 2018. E sembra di stare nella giungla.

“Soddisfazione? Ma non ti bastano i soldi dello stipendio a fine mese?”

No. Se sei riuscito a trasformare la tua passione in lavoro significa che, al di là di qualsiasi inquadramento legislativo, sei un artigiano. Essere un artigiano significa che il bene che consegni rappresenta te stesso e le tue capacità presso il cliente e chiunque vedrà o sentirà mai parlare di quel bene fino alla fine dei tempi. La soddisfazione dell’artigiano sta nel creare qualcosa che gli piacerebbe usare, un micro-mondo nel quale vorrebbe vivere e magari fare dei figli.

Serve tempo, ma combatti sempre per il tempo perché è una delle poche cose nella vita che non si possono scambiare per nessun altro bene. Il grande ostacolo che vedo, piuttosto, è la possibilità di poter avere qualsiasi cosa, in qualsiasi momento e in qualsiasi quantità: come posso far capire al signor Aldo che per tenere in piedi un e-commerce specializzato in francobolli serve uno stack non banale? Come posso io solo pensare di mettere in discussione il pensiero del signor Aldo secondo cui “ci metto un secondo a trovare un francobollo su Amazon, basta cercare su Google” ?.

Ecco perché penso sia arrivato il momento di regalare la conoscenza: iniziamo a creare beni che portino con sé la storia della loro creazione, che raccontino in maniera più o meno romanzata i processi che li hanno portati dall’essere idee ad essere commercializzati. Sei un cuoco? Descrivimi com’è svegliarsi alle 4 di mattina per andare al mercato del pesce a scegliere i pezzi migliori. Sei una sarta? Ricordami la differenza tra i vestiti che confezioni e quelli che trovo da H&M. Sei un dev? Raccontami quanta potenza computazionale serve a Google per indicizzare il Web.

Mi piace credere che si possa ricondurre tutto ad una missione più alta, una missione il cui scopo sia il progredire comunitario della conoscenza e della cultura della qualità, cosicché il valore delle cose possa essere finalmente apprezzato senza bisogno di descrizioni, pubblicità in prima serata o note a piè di pagina.

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